CINE-TFQ-FORUM – MERCOLEDì 17/04

In Smoke Sauna Sisterhood si parla di un rito ancestrale, catartico, un processo di purificazione del corpo e dell’anima. Donne di diverse generazioni si raccolgono in uno spazio sicuro per dar vita a questo rituale della tradizione estone, durante il quale avvengono confessioni su argomenti delicati e tabù, come aborti, stupri, violenze, ma anche esperienze liberatorie di rivalsa e autodeterminazione. Non c’è vittimismo anzi, un sacco di potenza che scaturisce dalla condivisione di esperienze individuali, che diventano cura collettiva. Le voci di queste donne, i loro corpi, lontani dalla normatività patinata, cui ci hanno abituatx i grandi schermi, ci accompagnano attraverso questo rito, sì corporeo, ma che fa “espellere” i dolori dell’anima e i veleni dell’opressione patriarcale generando infine una forza liberatrice.

Questa storia ci racconta uno spazio separato ed è così che abbiamo voluto organizzare questa serata. 
L’ iniziativa è quindi aperta a donne, lesbiche, persone trans* e non binarie.
Dopo la visione, chiacchiere circolari in libertà su questo documentario e sul significato del separatismo non solo come spazio sicuro o di cura, ma anche come uno degli strumenti a disposizione che, chi è oppressx in seno ad un sistema, si dà per smantellarlo.
Infine se avremo voglia e necessità faremo un piccolo rito collettivo di decompressione.
Vi aspettiamo alle 19.30 per un apericena vegan di autofinanziamento e a seguire (indicativamente un’oretta dopo) proeizione del documentario di Anna Hints.
Lab. TFQ
Ps: Confidiamo nella comprensione, da parte delle persone alleate (che non si riconoscono nella definizione di donne, lesbiche, persone trans* e non binarie) della necessità che abbiamo di questi spazi e di momenti di cura e potenziamento per noi, come soggetti oppressx dall l’etero-cis-patriarcato. Non sempre e non tutto deve essere un momento di educazione per chi si trova in un posizionamento di privilegio sistemico (volente o nolente).
Il separatismo non è uno strumento CONTRO qualcunx, ma uno strumento A FAVORE DI qualcunx. L’alleanza la percepiamo a cominciare da chi riesce a comprendere le nostre necessità e fa un passo indietro.
Grazie

NESSUNA LOTTA FEMMINISTA SENZA GAZA

8 marzo – Una chiamata femminista per lo sciopero per Gaza.
Nessuna lotta femminista senza Gaza

Dalle donne di Gaza alle forze femministe e rivoluzionarie di tutto il mondo, l’avvicinarsi dell’8 marzo rappresenta un’occasione davvero rivoluzionaria per affrontare i sistemi che opprimono le donne, le persone queer e le loro internazionalità. Inoltre funge da cartina tornasole per il femminismo internazionale anti-coloniale e per la sua abilità di trasformare principi teorici in azioni tangibili e utilizzare l’attivismo politico come uno strumento per smantellare questi sistemi oppressivi.

Arrendersi all’implacabile macchina da guerra sionista non è una opzione. Pertanto, l’8 marzo di quest’anno deve essere colto come un’opportunità per un’escalation femminista e rivoluzionaria a sostegno di Gaza, delle sue donne e di tutti i diversi gruppi che costituiscono il suo tessuto sociale.

Quindi, vi invitiamo a unirvi a noi in un’azione internazionale urgente, dichiarando l’8 marzo come Giornata di sciopero globale per le donne palestinesi di Gaza e il loro popolo, mettendo al centro le loro storie, le loro vicende e le loro lotte come forza trainante per l’azione in questa giornata.

Sappiamo che lo sciopero richiede azione organizzativa dal basso e una linea temporale in grado di raggiungere i propri obiettivi di scuotere le economie delle nazioni capitaliste-imperialiste e i loro interessi che sostengono i massacri a Gaza. Riconosciamo comunque che le proteste femministe inonderanno le città di tutto il mondo, e affermiamo il nostro rifiuto del dominio della voce del colonialismo su queste proteste o delle “voci femministe” che hanno sfruttato i diritti e le questioni delle donne come combustibile per il genocidio in corso a Gaza, giustificandolo e facendo il pinkwashing dei crimini di Israele. Rifiutiamo anche il loro disinteresse e la loro cecità nei confronti dello spargimento di sangue delle donne palestinesi.

Comprendiamo che il contesto dell’azione femminista varia con l’oppressione in cui sboccia. Per questo motivo, non limitiamo gli sforzi dellx attivistx di questa giornata alle sole strade. La resistenza femminista ha ideato molteplici forme di connessione tra la sfera pubblica e quella privata, innovando nuovi metodi di connettere le lotte con le condizioni e i contesti di donne confinate nelle loro case e sotto l’assedio militare di un’occupazione e tirannia.

Questa è la nostra scommessa: che i gruppi oppressi, confinati all’interno di mura e che si estendono attraverso oceani, continenti e confini di filo spinato, si uniscano per proclamare che, sia nelle nostre case che nelle strade, “la solidarietà con Gaza è il nostro mezzo di resistenza”. Rompendo le barriere isolanti e simboliche con tutto ciò che possediamo, anche se si tratta solo di una lettera che sfida il colonialismo.

Unisciti a noi l’ 8 marzo e organizzati con noi per uno sciopero globale che scuota i troni del sistema patriarcale e coloniale. Mobilita con noi le forze rivoluzionarie che sono pronte a prendere il comando nel trasformare questa giornata in una di rivolta contro il patriarcato, genocidio, capitalismo e colonialismo in tutti i modi possibili. Attraverso proteste, presidi, scioperi da ogni tipo di lavoro, che sia pagato o non pagato, attraverso il boicottaggio degli acquisti e delle attività giornaliere che alimentano il sistema economico, chiedendo un embargo sulle armi per l’entità Sionista, intensificando gli sforzi per prevenire e interrompere la fornitura di armi a questa entità, prendendo visibilità per parlare delle donne Palestinesi di Gaza, scrivendo blog e post sui social media, diffondendo tweets, volantini, o immagini con messaggi i solidarietà con Gaza. Lasciamo che questa giornata sia una escalation nella lotta contro il genocidio di gaza ed il progetto coloniale degli occupanti sionisti in Palestina. Unisciti allo sciopero e facciamo tremare il mondo in questi giorni, spronando all’azione e affermando il fatto incontestabile che non ci può essere lotta femminista senza le donne di Gaza.

Nessuna lotta femminista senza Gaza

Non c’è futuro senza Gaza

Traduzione da qui
https://www.gazagroup.net/home

CONTESTAZIONE AD INCONTRO TERF e TRANSFOBICO a Trieste

Comunicato sulla contestazione ad incontro Terf e Transfobico che si è tenuto a Trieste martedì 27 febbraio 2024.

LE CHECCHE SCHECCANO
Martedì 27 febbraio, con i nostri corpi e le nostre voci abbiamo portato disordine a un evento al Caffè San Marco a Trieste, che dovrebbe essere tutt’altro che ordinario: la presentazione di due libri, scritti da Silvia Guerini e Costantino Ragusa, che riportano contenuti estremamente transfobici e complottisti sulla stessa esistenza delle persone trans e queer.
Nel libro “Dal corpo neutro al cyborg postumano. Riflessioni critiche all’ideologia gender”, Silvia Guerini, sedicente anarco-ecologista radicale, sostiene che le  rivendicazioni transfemministe e LGBTQ+ non trattino dei diritti di una parte di popolazione repressa, ma facciano parte di un’agenda più ampia e potente (ah ah, magari) con al vertice le Big Tech e vari padroni globali.
Gli autori incolpano il capitalismo e lo stato della diffusione della cosidetta “teoria gender” e contestano con pratiche violente la medicalizzazione dei corpi, in particolare dei minorenni che decidono di intraprendere un percorso di affermazione di genere. A marzo 2023, presso l’azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze, queste stesse persone hanno organizzato un presidio per denunciare “le conseguenze irreversibili dei bloccanti della pubertà”: un tentativo violento di sovradeterminare le scelte e i percorsi individuali delle persone trans*, invalidandone l’esperienza. Secondo le loro narrazioni, i percorsi di affermazione di genere sarebbero troppo facilmente accessibili. Peccato che  gli iter serratissimi, con liste d’attesa infinite, ambienti discriminatori e pratiche istituzionali violente, dobbiamo affrontarli noi e non loro. E che i corpi medicalizzati, psichiatrizzati e messi continuamente in discussione, siano i nostri e non i loro.
Questa visione del mondo è indicativa di quanto i soggetti che la diffondono siano funzionali alla riproduzione dello stato di marginalizzazione e sfruttamento che viviamo: narra un ribaltamento dei rapporti di potere che racconta una realtà in cui froc3 e trans* sono una sorta di classe obbediente e funzionale al capitalismo, che trae guadagno e giovamento dall’attuale organizzazione della società e da chi la governa. Tutto ciò è ridicolo: alla violenza e alla discriminazione che subiamo ogni giorno sui nostri corpi (come accaduto anche martedì!) si somma l’ulteriore marginalizzazione sul piano economico, sociale, sanitario e su ogni aspetto materiale delle nostre vite.
La serata del 27 è stata l’ennesima occasione in cui persone cis-etero hanno tentato di schiacciarci, dettando regole da applicare sui nostri corpi e sulle nostre esistenze, vittimizzandosi e sostenendo che la sofferenza, l’autodeterminazione e la libertà siano retoriche che usiamo per “trasformare i nostri capricci in diritti umani”.
Il potere che queste persone hanno di spingere all’odio e alla queerfobia, di influenzare il pensiero di menti non informate, è pericoloso e mette a rischio la nostra libertà. Troviamo inaccettabile che gli sia stato messo a disposizione un luogo in cui farlo: il Caffè San Marco, che paradossalmente tra i suoi “punti forti” su google indica l’essere queer-friendly, ha concesso a queste persone uno spazio all’interno di uno dei locali storici di Trieste per diffondere messaggi di discriminazione e disinformazione.
Le parole d’odio risuonano se ci sono appoggio e ascolto, ed è per questo che abbiamo deciso di portare disturbo con la nostra presenza, di esprimere la nostra rabbia, di contestare con la nostra stessa esistenza di persone trans* quanto sostenuto da Guerini, Ragusa e Boscarol. Le checche hanno scheccato, abbiamo interrotto questo triste spettacolo di falsa informazione e contenuti queerfobici portando la nostra esperienza, la nostra rabbia, urlando assieme che “l’uomo violento non è malato, ma figlio sano del patriarcato”, nel momento in cui Ragusa ha alzato le mani su più compagn3, dimostrando in azione l’atteggiamento violento e machista che queste persone hanno verso la nostra esistenza, dimostrando che la loro intenzione è di decidere sui nostri corpi, di negarne l’esistenza e la validità.
Siamo dissidenti, siamo indecoros3, le nostre voci non saranno silenziate, i nostri corpi non saranno schiacciati, le nostre esistenze non saranno minate.
QUEER RAGEPer approfondire lasciamo i link ad articoli di compagnx:
https://infernourbano.altervista.org/sulla-deriva…/
https://infernourbano.altervista.org/postscriptum-al…/

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PER VOI CHE VI SENTITE ASSOLTI

Nostro intervento al termine del corteo transfemminista contro la violenza di genere che si è tenuto a Udine il 25 novembre 2023

“Per voi che vi sentite assolti”

Novembre 2023, la storia si ripete: l’ennesimo uomo ha deciso di uccidere una donna e siamo già stufe del can can mediatico che si scatena ogni volta che succede. Siamo stufe della narrazione del bravo ragazzo, di quanto fosse un gesto inaspettato, di quanto sia così incredibile e, a parole, inaccettabile quanto avvenuto. Lo sottolineiamo: A PAROLE è inaccettabile, perché, nei fatti, nulla si muove affinché qualcosa cambi davvero.

Hanno ragione le voci che si levano a denunciare il femminicida come figlio sano di questa società, a sottolineare che non sia una mela marcia, ma la norma.
Sappiamo che il femminicidio è solamente l’apice della violenza di genere, l’atto finale di una credenza pervasiva, come espresso con forza da Elena Cecchettin, che il patriarcato vorrebbe vedere zitta e piangente in casa. A lei va tutta la nostra solidarietà in questo momento. Sappiamo -come lei- di vivere in una società misogina, sessista, omofoba, transfobica, razzista e classista, costruita per porre al vertice della piramide l’uomo (principalmente bianco eterosessuale e cisgenere) ed è a voi uomini che ci rivolgiamo.

Voi uomini siete responsabili, nessuno Continua a leggere

JIN JIYAN AZADI – La rivoluzione delle donne in Kurdistan 17/11/2023


Iniziativa a cura di alcune compagne femministe che attraversano lo spazio autogestito di via de rubeis.

Venerdì 17 novembre 2023 _ ore 19.30
presso lo Spazio Autogestito di Via De Rubeis 43 a Udine

Presentazione del libro
“Jin Jiyan Azadi – La Rivoluzione delle donne del Kurdistan”
Curato dall’Istituto Andrea Wolf e pubblicato da Tamu Edizioni

Jin, Jîyan, Azadî raccoglie le voci di venti rivoluzionarie curde e le compone in un’architettura maestosa: le combattenti ci offrono attraverso memorie private, lettere e pagine di diario una profonda riflessione su un percorso che non inizia con la riconquista di Kobane del 2015 ma ha radici ben più lontane. Per la prima volta scopriamo dalla prospettiva delle protagoniste la visione del mondo e le scelte di vita che le hanno portate alla guida di una guerra di liberazione, oltre che di un epocale progetto di trasformazione dei rapporti tra donne e uomini, tra nazioni e tra specie viventi. La loro proposta di una via d’uscita ci cattura e destabilizza i nostri canoni culturali.

Vi aspettiamo per il BUFFET VEGAN di autofinanziamento _ ore 19.30
E a seguire la PRESENTAZIONE del libro _ ore 20.30

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Proiezione “Il dito e la Luna”


SPAZIO AUTOGESTITO DI VIA DE RUBEIS 43 A UDINE

DOMENICA 5 NOVEMBRE ore 19.00

per la proiezione del docmentario (concessoci in esclusiva dal regista)
“IL DITO E LA LUNA”
di Agostino M. D’Antonio

La proiezione è preceduta (e per chi vuole, anche seguita =) ) da un BUFFE VEGANO di autofinanziamento/sopravvivenza spazio perciò VENITE CON FAME!!!

“Succede che se se abiti in una terra colonizzata e militarizzata e non ti sta bene, non lo puoi dire. Che se i poligoni militari ti fanno schifo perché uccidono in molti più modi rispetto a quelli che si potrebbe immaginare, devi tacere e sopportare. Che se vuoi mostrare il medio ad un sistema orribile, quel dito non devi osare alzarlo.
Così succede che nel 2018 il rapper sardo Bakis Beks si esprima contro lo schifo della militarizzazione della Sardegna ad un proprio concerto e che per due anni lui e altre tre persone del pubblico siano state indagate per poi essere condannate a loro insaputa per oltraggio a pubblico ufficiale.
“Il dito e la luna” è il documentario girato da Agostino M. D’Antonio a riguardo di su una vicenda che è una goccia nel mare della repressione che (colpisce sempre più duro in tempi di guerra al nemico esterno quanto a quello interno) purtroppo abbiamo già avuto modo di vedere in azione. Continua a leggere

La tre giorni della Dilda : Comunicato post adunata

Dall’Assemblea della D.I.L.D.A

L’esperienza della Dilda si è conclusa e dopo alcuni giorni di disintossicazione sentiamo la necessità di condividere una riflessione.

Da dove siamo partite

A prescindere da quanto successo l’anno scorso, noi la D.I.L.D.A – Distruggi Infùriati Lìberati e Debella gli Alpini! (sono tutti imperativi quindi non abbisognano di schwa cretini!)- per questa adunata l’avremmo fatta lo stesso. Il motivo è presto detto: l’unica eccezione di Rimini rispetto alle adunate precedenti non è stato il numero di molestie, ma l’attenzione mediatica sulle stesse.
Maschilità egemonica, tanti uomini uniti sotto il vessillo nazionalista e militare in un cameratismo da spogliatoio e imbevuti nell’alcol come ciliegine sotto spirito sono l’humus ideale per il proliferare della cultura dello stupro.
Non ci aveva stupito minimamente nemmeno la retorica cuscinetto che ne era seguita che funge solo da conferma, ovvero quella della GIUSTIFICAZIONE. Le mele marce, gli infiltrati col cappello piumato finto, la goliardia, invece di parlare di molestatori in branco, tutta roba che segue pedissequamente il solito copione mediatico.
Quindi un safer space andava creato.
Abbiamo attivato anche un numero di telefono per eventuali condivisioni e offrire ascolto, dicendo fin da subito che non siamo operatrici sociali, facendo intendere che il numero avrebbe avuto un ruolo di supporto e non necessariamente di denuncia pubblica.
Mantenere l’anonimato e la segretezza di tutto ciò che sarebbe ed è passato da lì, dire che quel mezzo era fatto per prendersi cura di noi, per solidarizzare e non per offrire sponde a carriere, giornalisti, tribunali, sbirri o altro.
Ci dispiace solo per le chiamate perse a notte fonda: semmai leggiate questo comunicato, sappiatelo.

Separatismo femminista, estimatrici e detrattori

Sicuramente siamo felici che la D.I.L.D.A sia riuscita ad essere un luogo accogliente: ce lo testimoniano i ringraziamenti delle persone che hanno potuto passare con noi qualche ora serena e complice e anche di quelle che non sono potute essere presenti, ma che ci hanno fatto sapere di aver provato sollievo nel sentire che in città esisteva un luogo di resistenza all’invasione. Come ben sappiamo, è vitale la presenza di spazi e tempi per noi. A chiunque abbia letto nel termine “separatismo” solo la parola “esclusione”, sbattiamo in faccia la realtà dei fatti: la tre giorni è stata condivisione, discussione, leggerezza e cura ed è stata costruita da (e dedicata a) persone che, invece, l’esclusione la vivono davvero, quotidianamente e su più livelli.
E’ anche importante rilevare che una visibilità mediatica espressa in termini talvolta pruriginosi e talvolta scandalistici, per niente ricercata da parte nostra, sia stata probabilmente la causa di alcune sgradite visite: persone non bene intenzionate si sono avvicinate allo spazio in occasioni diverse con fare provocatorio. Hanno provato ad entrare o hanno tentato di suscitare reazioni da parte nostra, nel tentativo -immaginiamo- di avere la scusa per passare al sodo. Tutti sono stati fatti sloggiare! Evidentemente molti UOMINIETEROCIS sono spaventati dall’esistenza di un luogo che pone in discussione la loro libertà di mettere piede e becco in cose che non li riguardano 365 giorni l’anno e 24/7. Riveliamo loro un piccolo segreto: ce ne saranno ancora di momenti così, quindi dormite pure sonni tranquilli. O agitati. O non dormite: tanto che ce ne frega, a noi? Continua a leggere

PROGRAMMA “I tre giorni della D.I.L.D.A – 12-13-14 maggio a UDINE”


Dall’Assemblea della D.I.L.D.A
1312-14 MAGGIO 2023 presso lo SPAZIO AUTOGESTITO DI VIA DE RUBEIS 43 A UDINE

I TRE GIORNI DELLA D.I.L.D.A  Distruggi.Infùriati.Lìberati.Debella gli Alpini!

UNA TRE GIORNI AUTOGESTITA NON MISTA*, UNO SPAZIO CHE VUOLE ESSERE PIÙ SICURO PER DONNE, LESBICHE, TRANS, PERSONE NON BINARIE E QUEER durante l’adunata che si svolgerà in queste date a UDINE!

*PERCHE’ NON MISTA?
Il separatismo per noi è uno strumento di LOTTA un’occasione di IMPOTERAMENTO è un momento di COMPLICITA’ che vogliamo condividere con persone che hanno il nostro stesso posizionamento in seno al sistema etero-cis-patriarcale. Vogliamo per una volta non dover distrarci a spiegare, ma concentrarci su di noi e sui nostri bisogni e su come difenderci ma soprattutto attaccare il sistema che ci opprime.
Siamo sicurx che ogni uomo etero cis che sia veramente alleato capirà, rispetterà questa decisione e non insisterà!

SOS ALPINI MOLESTI tel: 331 4613411
operativo da 12/05 al 15/05
MAIL alpiniaudine@anche.no
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