PER VOI CHE VI SENTITE ASSOLTI

Nostro intervento al termine del corteo transfemminista contro la violenza di genere che si è tenuto a Udine il 25 novembre 2023

“Per voi che vi sentite assolti”

Novembre 2023, la storia si ripete: l’ennesimo uomo ha deciso di uccidere una donna e siamo già stufe del can can mediatico che si scatena ogni volta che succede. Siamo stufe della narrazione del bravo ragazzo, di quanto fosse un gesto inaspettato, di quanto sia così incredibile e, a parole, inaccettabile quanto avvenuto. Lo sottolineiamo: A PAROLE è inaccettabile, perché, nei fatti, nulla si muove affinché qualcosa cambi davvero.

Hanno ragione le voci che si levano a denunciare il femminicida come figlio sano di questa società, a sottolineare che non sia una mela marcia, ma la norma.
Sappiamo che il femminicidio è solamente l’apice della violenza di genere, l’atto finale di una credenza pervasiva, come espresso con forza da Elena Cecchettin, che il patriarcato vorrebbe vedere zitta e piangente in casa. A lei va tutta la nostra solidarietà in questo momento. Sappiamo -come lei- di vivere in una società misogina, sessista, omofoba, transfobica, razzista e classista, costruita per porre al vertice della piramide l’uomo (principalmente bianco eterosessuale e cisgenere) ed è a voi uomini che ci rivolgiamo.

Voi uomini siete responsabili, nessuno Continua a leggere

Streghe Vol(A)nti(nanti) sui muri di Udine

Riceviamo e diffondiamo volentieri questa iniziativa!

Violenza di genere: i dati italiani del 2020 sono un susseguirsi di percentuali aggravate dalla solitudine e dalla chiusura sociale. 

Mentre durante il lockdown  a livello nazionale  la violenza di genere in ambito familiare e domestico ha raggiunto nuovi tristi primati numerici, non sono nemmeno mancati gli episodi di stupro o tentata violenza ai danni delle donne a livello locale

Ricordiamo e riportiamo all’attenzione pubblica lo stupro di Capodanno, quello di ferragosto a Lignano, il tentativo di stupro all’ospedale di Udine avvenuto qualche settimana fa ai danni prima, di una donna in attesa di cure al pronto soccorso e poi, di una donna anziana ricoverata in un reparto, il recente episodio di via Cividale a Udine, dove all’inizio di Novembre cinque uomini tentavano di stuprare una donna e venivano fermati da un altro uomo che si trovava casualmente sul luogo.

Paradossale e al tempo stesso emblematica della logica che tiene in vita la cultura dello stupro é la narrativa di quest’ultima vicenda proposta dalla stampa locale, che preferisce mettere in risalto il carattere eroico dell’intervento da parte dell’uomo, il quale accorre a scongiurare l’aggressione, piuttosto che soffermarsi sulla gravità in sé dell’atto di violenza perpetrata ai danni della ragazza.  

Non sarà certo un caso che non ci si dilunghi sull’identita e nazionalità degli aggressori, in quanto evidentemente non strumentale al consueto discorso di criminalizzazione dello “straniero” e perciò non funzionale alle solite politiche razziste che alimentano liberticide politiche securitarie.

La violenza eteropatriarcale non va a colpire solo le persone che si identificano come donne, ma tutte le persone che non rientrano nella divisione binaria dei generi e degli orientamenti sessuali, come le persone lesbiche, trans, queer o qualsiasi altra identità di genere che in questa società viene marginalizzata e soffocata.  

Come é impensabile separare le violenze su persone di colore e/o immigrat* dal contesto politico razzista in cui vengono attuate e subite, così é fondamentale comprendere che ogni atto di violenza sessista, omofoba, transfobica, non fa altro che riaffermare il potere eteropatriarcale e il dominio degli uomini sui corpi delle donne e delle persone lesbiche, trans, queer o qualsiasi altra individualità oppressa perché appartenente ad una categoria diversa dal modello universale maschile eterosessuale. 

Ribadendo che non sentiamo assolutamente il bisogno di farci proteggere da uomini-eroi (con o senza divisa), ma anzi rifiutando completamente questa logica che relega l’aggressione a un fatto quasi di sfondo e che ne pone in secondo piano la matrice sessista, esprimiamo solidarietà verso tutte le vittime di violenza eteropatriarcale, lesbofobica e transfobica. 

La cultura dello stupro colpisce ogni donna, lesbica, persona trans, gay, queer. 

Lo stupro di una donna, di una persona lesbica, trans, gay, queer è un atto di violenza, terrore e limitazione rivolto a tutt*. 

Inchiodiamo gli uomini e le istituzioni alle loro responsabilita’ e identifichiamo in queste ultime le vere fautrici di una violenza strutturale a cui ci opponiamo come soggettivita’ antirazziste, antifasciste e antisessiste.  

Mentre scriviamo questo, probabilmente già non esaustivo, elenco di atti di prevaricazione violenti, apprendiamo di un altro femminicidio in provincia di Pordenone, quasi a sfottò, proprio il giorno contro la violenza maschile sulle donne.

La MERDA FEMMINICIDA L’omicida ci ha pure provato a parlare di black out  e i media non hanno lesinato ad usare queste parole quasi per minimizzare la responsabilità del gesto. E poi…nemmeno 24 ore dopo, l’ennesimo atto di revenge porn ai danni di una donna che non ne vuole sapere più di un uomo e che si ritrova minacciata di essere buttata on line nuda.

BASTA!

Non perdoniamo e non ci lasciamo sottomettere e rivendichiamo
l’autodifesa femminista!

Patriarcato: gioiremo solo quando sarai bruciato!

Streghe vol(A)nti(nanti)